CIAO, SONO GIADA

Cercavo tempo fa una parola che potesse racchiudere l’universo variegato al quale appartengo e l’unica che ho trovato è una parola che… non esiste! Buffo eh!

Quando mi chiedono che lavoro faccio vorrei poter rispondere: la vocaster!

Perché nella mia vita ho lavorato da sempre con la voce, perché mi piace giocare con la lingua e perché in effetti racchiude tanti mondi che mi appartengono: la voce, la radio, il podcast, il doppiaggio, insomma: voce e broadcast!

Tutto nella mia vita mi ha portato al podcast ancora prima che il podcast entrasse nelle nostre vite!

A dodici anni oltre a riempire la mia Smemo di uomini della mia vita ogni giorno diversi, mi divertivo a registrare la mia voce su delle audiocassette che intervallavo con pezzi di musica rubati da una radio all’altra. Raccontavo così le mie giornate.

Sicuramente era un modo insolito di fare radio, cosa che in effetti ho cominciato a fare seriamente a venticinque anni. Questa passione mi ha portato a lavorare in network come Radio Subasio, RTL 102.5 e Rai Radio 2.

Era però anche un modo precoce di fare podcasting perché in quelle registrazioni c’era l’intimità del mio mondo, c’era un raccontarsi che non aveva nulla a che vedere con l’intrattenimento radiofonico. Una verità di fondo che ho riscoperto solo molti anni dopo, nel 2019, quando ho messo piede nel mondo del podcast.

Se penso al doppiaggio invece ripenso alle me settenne, che si divertiva a ripetere gli slogan di ogni pubblicità che sentisse in televisione. Ho cominciato per gioco e ho proseguito per grande divertimento. Ad oggi la mia voce è protagonista di spot su radio e tv nazionali, documentari, audioguide e audiolibri.

La voce ci mette a stretto contatto con la nostra anima, riuscire a farle viaggiare all’unisono è il grande segreto di questo mestiere!